Nell’immaginario turistico, l’isoletta egea viene tendenzialmente raffigurata come vergine, intatta e sperduta, anche se oramai non lo è più da tempo. Eppure piace sempre immaginare quanto Corfù sia rimasta legata a ritmi e stili di vita tradizionali.

Una giornata a Corfù (Ph. by Valentina Contavalle)
Corfù si è creata una sua nuova e largamente fiabesca identità basata sulla mescolanza di diversi elementi: le suggestioni delle rovine antiche, il folklore, l’amenità dei suoi villaggi, l’incanto delle sue spiagge, la meraviglia dei tramonti a cui spesso si assiste collettivamente, quasi ci si aspettasse un applauso finale al sole che sembra inabissarsi tra le onde.
Ed ancora, l’isola è un “mito”: essa sembra rappresentare un rifugio sicuro, uno spazio su cui fuggire dalla quotidianità frenetica, riconciliandosi in un abbraccio quasi mistico con la natura.
Ma è anche un mito del divertimento sfrenato, della gioia di vivere esibita attraverso la trasgressione, in una sorta di festa permanente.
Se l’isola è davvero quel luogo dell’“eccezione”, dove il flusso dell’esistenza quotidiana appare sospeso, soggiornarvi rappresenta quasi fatalmente l’occasione per vivere esperienze fuori dalla norma.
Quasi volessimo vivere una vita diversa.
Tutto questo, e molto altro ancora, è Corfù.